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Domande frequenti

Il disordine sensorimotorio è una condizione del nostro organismo che  comporta delle difficoltà nell’integrazione delle informazioni sensoriali e nel controllo motorio. Può manifestarsi in vari modi, influenzando la capacità di una persona di coordinare i movimenti e di interpretare correttamente le informazioni provenienti dai sensi. Le persone con disordini sensorimotori potrebbero avere difficoltà nell’eseguire attività motorie precise o nel rispondere in modo adeguato agli stimoli sensoriali. Il trattamento di questa condizione può coinvolgere terapie specifiche mirate a migliorare l’integrazione sensoriale e le abilità motorie

Il neurosviluppo è un processo complesso che coinvolge la crescita e lo sviluppo del sistema nervoso. Ecco alcune tappe fondamentali del neurosviluppo:

  1. Neurulazione: Formazione della piastra neurale durante le prime fasi dello sviluppo embrionale.
  2. Proliferazione cellulare: Le cellule nervose si moltiplicano rapidamente.
  3. Migrazione cellulare: Le cellule nervose si spostano verso le loro posizioni definitive nel cervello.
  4. Differenziazione cellulare: Le cellule iniziano a specializzarsi in diversi tipi di cellule nervose.
  5. Sinaptogenesi: Formazione delle sinapsi, connessioni tra le cellule nervose.
  6. Mielinizzazione: Il rivestimento di mielina si forma attorno alle fibre nervose, migliorando la trasmissione degli impulsi nervosi.
  7. Sinapsi e pruning sinaptico: Miglioramento e rifinitura delle connessioni sinaptiche, eliminando quelle non necessarie.
  8. Maturazione degli schemi motori: Sviluppo di abilità motorie e coordinazione.
  9. Sviluppo cognitivo e emotivo: Crescita delle funzioni cognitive e emotive.
  10. Adolescenza e oltre: Continua maturazione e rifinitura delle connessioni neurali, specialmente nelle aree coinvolte nell’autocontrollo e nelle decisioni complesse.

Un disordine sensorimotorio può portare a una serie di difficoltà che influenzano le abilità motorie e la percezione sensoriale. Alcune delle sfide comuni includono:

  1. Difficoltà motorie: Problemi nel coordinare i movimenti fini e grossolani, come scrivere, vestirsi o utilizzare utensili.
  2. Problemi di equilibrio e coordinazione: Può essere difficile mantenere l’equilibrio o coordinare i movimenti del corpo in modo armonico.
  3. Ipersensibilità o iposensibilità sensoriale: Alcune persone con disordini sensorimotori possono essere ipersensibili a determinati stimoli sensoriali, come suoni o luci, mentre altre possono avere un’iposensibilità e non rispondere adeguatamente a certi stimoli.
  4. Difficoltà nella manipolazione degli oggetti: Possono verificarsi problemi nel manipolare oggetti, come aprire una bottiglia o utilizzare utensili da cucina.
  5. Ritardo nello sviluppo motorio: Può verificarsi uno sviluppo motorio più lento rispetto ai coetanei.
  6. Difficoltà nella socializzazione: A causa delle sfide motorie e sensoriali, la partecipazione a attività sociali e sportive può essere complicata, influenzando la vita sociale.
  7. Problemi nell’apprendimento: Alcuni disordini sensorimotori possono influenzare l’abilità di apprendimento, specialmente in relazione a compiti che richiedono una buona coordinazione occhio-mano o abilità motorie precise.
  8. Impatto sulla salute mentale: Le difficoltà quotidiane possono influenzare il benessere emotivo e portare a problemi di autostima e ansia.

È importante notare che l’impatto di un disordine sensorimotorio può variare da persona a persona, e molte persone con queste sfide sviluppano strategie e adattamenti per affrontare le difficoltà nella vita quotidiana. L’intervento precoce e le terapie mirate possono contribuire a migliorare le abilità e la qualità della vita.

Se sospetti che tuo figlio possa avere un disordine sensorimotorio, è importante cercare l’opinione di professionisti della salute e intraprendere azioni appropriate. Ecco alcuni passi che potresti considerare:

  1. Consultare un professionista: Rivolgiti a un pediatra, terapista occupazionale o un neurologo infantile per una valutazione completa. Questi professionisti possono eseguire test specifici per identificare e comprendere le sfide sensorimotorie del tuo bambino.
  2. Iniziare la terapia: Se il disordine sensorimotorio viene confermato, il professionista potrebbe consigliare un programma di terapia occupazionale. Questa terapia è progettata per migliorare le abilità motorie e sensoriali attraverso attività mirate.
  3. Creare un ambiente favorevole: Adatta l’ambiente domestico e scolastico del tuo bambino per soddisfare le sue esigenze. Ciò potrebbe includere la riduzione di stimoli sensoriali e la fornitura di strumenti o attrezzature specifiche per facilitare le attività quotidiane.
  4. Coinvolgere insegnanti e educatori: Comunica con gli insegnanti e gli educatori del tuo bambino per garantire che siano consapevoli delle sue esigenze. Potrebbe essere necessario apportare adattamenti in classe per supportare il suo apprendimento e la partecipazione.
  5. Partecipare a gruppi di supporto: Cerca gruppi di supporto locali o online dove puoi connetterti con altri genitori che affrontano sfide simili. Lo scambio di esperienze può essere prezioso e offrire supporto emotivo.
  6. Essere pazienti e positivi: Affrontare un disordine sensorimotorio può richiedere tempo e impegno. Sii paziente con tuo figlio e incoraggialo mentre lavora per migliorare le sue abilità. La positività e il sostegno familiare sono cruciali.
  7. Ricercare risorse educative: Informarti su risorse educative e strategie che possono aiutare tuo figlio a gestire le sfide legate al suo disordine sensorimotorio.

I sintomi di un disordine sensorimotorio possono variare notevolmente a seconda della natura specifica del disturbo. Tuttavia, ecco alcuni sintomi comuni che potrebbero essere indicativi di un disordine sensorimotorio:

 

  1. **Difficoltà motorie:** Problemi nella coordinazione dei movimenti fini e grossolani, come afferrare oggetti, scrivere, o eseguire azioni quotidiane.

 

  1. **Problemi di equilibrio e coordinazione:** Difficoltà nel mantenere l’equilibrio o nell’eseguire movimenti coordinati, come camminare o correre.

 

  1. **Ipersensibilità o iposensibilità sensoriale:** Reazioni eccessive o insufficienti a stimoli sensoriali come suoni, luci, odori o sensazioni tattili.

 

  1. **Difficoltà nella manipolazione degli oggetti:** Problemi nel manipolare oggetti, ad esempio nell’aprire chiusure lampo, utilizzare posate o giocare con giocattoli.

 

  1. **Ritardo nello sviluppo motorio:** Un progresso più lento rispetto ai coetanei nei raggiungere i traguardi motori, come rotolare, sedersi, gattonare o camminare.

 

  1. **Problemi nell’apprendimento:** Difficoltà nel partecipare alle attività scolastiche che richiedono abilità motorie o coordinazione, come scrivere o partecipare a giochi sportivi.

 

  1. **Comportamenti evitanti o reattivi:** Rifiuto di partecipare a determinate attività o comportamenti di evitamento legati a stimoli sensoriali specifici.

 

  1. **Difficoltà nella socializzazione:** Problemi nell’interagire con gli altri, partecipare a giochi di gruppo o comprendere le dinamiche sociali.

 

  1. **Problemi di attenzione e concentrazione:** Disturbi dell’attenzione o della concentrazione possono essere associati a disordini sensorimotori.

 

È importante notare che questi sintomi possono variare notevolmente e che la presenza di uno o più di essi non indica necessariamente la presenza di un disordine sensorimotorio. La valutazione da parte di professionisti qualificati è essenziale per una diagnosi accurata e per determinare le migliori strategie di intervento.

No anche gli adulti possono avere delle difficoltà sensorimotori che negli anni hanno compensato, ma che può avere impedito di far emergere tutto il potenziale in campo di studio, lavoro e sociale.

La stimolazione multisensoriale è un approccio terapeutico che coinvolge la stimolazione simultanea di più sensi per migliorare l’esperienza sensoriale di un individuo. Questo tipo di stimolazione può essere utilizzato in vari contesti, inclusi trattamenti per persone con disordini sensorimotori, disabilità o disturbi dello sviluppo.

Gli ambienti multisensoriali sono progettati per fornire una gamma diversificata di stimoli sensoriali, come luci, suoni, colori, texture e odori. Questa stimolazione mira a migliorare la consapevolezza sensoriale, la risposta motoria e le abilità cognitive.

Ecco alcuni esempi di stimolazione multisensoriale:

  1. Stanze multisensoriali: Ambienti appositamente progettati con luci a colori, proiettori di immagini, suoni rilassanti e materiali tattili per creare un’esperienza sensoriale completa.
  2. Attività multisensoriali: Attività che coinvolgono più sensi, come la pittura con le dita, la manipolazione di materiali tattili, l’ascolto di musica e la partecipazione a giochi sensoriali.
  3. Terapie multisensoriali: Approcci terapeutici che combinano stimolazione visiva, uditiva, tattile e altre forme di input sensoriale per migliorare la funzione sensorimotoria e la partecipazione alle attività quotidiane.

La stimolazione multisensoriale è spesso utilizzata per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, disturbi dello spettro autistico, demenza e altri problemi sensoriali. È importante adattare l’ambiente e le attività alle esigenze specifiche di ciascun individuo per ottenere i massimi benefici.

La stimolazione multisensoriale inoltre può migliorare le performance cognitive, visuo-percettive-motorie di coloro che pur avendo “un’apparente” normodotazione delle capacità cognitive, vogliono migliorare le loro performance cognitive, percettive, di attenzione, memorizzazione, abilità nell’eloquio, abilità sociali.

I riflessi primitivi, noti anche come riflessi neonatali o riflessi arcaici, sono risposte automatiche innate presenti nei neonati che servono a garantire la loro sopravvivenza e favorire lo sviluppo motorio. Questi riflessi sono controllati principalmente dal midollo spinale e dal tronco encefalico, e molti di essi scompaiono gradualmente nei primi mesi o anni di vita mentre il sistema nervoso centrale si sviluppa.

 

Alcuni esempi comuni di riflessi primitivi includono:

 

  1. Riflesso di Moro: Attivato da un improvviso cambiamento di posizione della testa del neonato o da rumori improvvisi, il riflesso di Moro causa l’estensione degli arti seguita da un abbraccio.

 

  1. Riflesso di Prensione: Quando si tocca il palmo della mano del neonato, il bambino chiude automaticamente la mano attorno all’oggetto o al dito che ha toccato la sua mano.

 

  1. Riflesso di Rooting: Se si stimola la zona intorno alla bocca o alla guancia del neonato, il bambino ruoterà la testa e aprirà la bocca in cerca di nutrimento.

 

  1. Riflesso di Suzione: Quando il neonato ha qualcosa nella bocca, come un capezzolo o un dito, inizia a succhiare in modo automatico.

 

  1. Riflesso di Babinski: Se si stimola la pianta del piede del neonato, le dita dei piedi si aprono e si allargano.

 

  1. Riflesso Tonico Asimmetrico del Collo (ATNR): Quando la testa del neonato è girata da un lato, l’arto superiore su quel lato si estende mentre quello sul lato opposto si flette.
  2. Riflesso Tonico Simmetrico del collo (STNR): è un riflesso primitivo che si verifica in risposta alla posizione della testa rispetto al collo. Questo riflesso è spesso presente nei neonati ed è una parte normale dello sviluppo.

L’STNR è diviso in due fasi:

  1. Fase di flessione: Quando la testa del bambino è flessa in avanti, le braccia si fletteranno e le gambe si estenderanno.
  2. Fase di estensione: Quando la testa del bambino è estesa all’indietro, le braccia si estenderanno e le gambe si fletteranno.

Questo riflesso è considerato importante nello sviluppo motorio, in quanto aiuta il neonato a muoversi in posizioni che favoriscono l’esplorazione e l’interazione con l’ambiente circostante.

Questi riflessi giocano un ruolo cruciale nello sviluppo motorio iniziale del neonato e forniscono un’indicazione del normale funzionamento del sistema nervoso. La loro scomparsa progressiva è associata allo sviluppo di risposte motorie volontarie più avanzate.

La non integrazione dei riflessi primitivi può influenzare lo sviluppo motorio, cognitivo e comportamentale di un bambino. Normalmente, i riflessi primitivi scompaiono gradualmente mentre il sistema nervoso centrale matura e sviluppa risposte motorie più controllate e volontarie. Tuttavia, se questi riflessi persistono oltre l’età in cui dovrebbero essere integrati, potrebbero verificarsi alcune conseguenze:

 

  1. Difficoltà motorie: La presenza continua di riflessi primitivi potrebbe interferire con lo sviluppo delle abilità motorie fini e grossolane. Il bambino potrebbe avere problemi con la coordinazione, l’equilibrio e le attività quotidiane come vestirsi e scrivere.

 

  1. Difficoltà di apprendimento: La non integrazione dei riflessi primitivi potrebbe avere un impatto sulle abilità cognitive e di apprendimento. Il bambino potrebbe avere difficoltà a seguire istruzioni complesse, a concentrarsi e a completare compiti scolastici.

 

  1. Problemi di comportamento: Alcuni bambini potrebbero manifestare comportamenti impulsivi o reattivi a causa della persistenza dei riflessi primitivi. Possono avere difficoltà a controllare le risposte motorie e a gestire situazioni stressanti.

 

  1. Difficoltà nelle relazioni sociali: Le sfide motorie e cognitive possono influenzare la partecipazione del bambino in attività sociali e interazioni con i coetanei.

 

  1. Disturbi sensoriali: La non integrazione dei riflessi primitivi può contribuire a problemi sensoriali, come ipersensibilità o iposensibilità a stimoli sensoriali, che a loro volta influenzano il modo in cui il bambino interagisce con l’ambiente.

 

È importante notare che la presenza di riflessi primitivi oltre l’età appropriata non è necessariamente la causa di tutti i problemi sopra citati, ma potrebbe contribuire a un quadro più complesso di sfide. In questi casi, è consigliabile consultare un professionista della salute, come un terapista occupazionale o un fisioterapista pediatrico, per una valutazione approfondita e per determinare le migliori strategie di intervento.

Un disturbo visivo funzionale si riferisce a condizioni che coinvolgono il sistema visivo, influenzando la capacità di elaborare e interpretare le informazioni visive. A differenza dei problemi visivi strutturali, che coinvolgono difetti fisici dell’occhio, i disturbi visivi funzionali riguardano spesso la coordinazione e l’integrazione di diverse abilità visive.

 

Alcuni esempi di disturbi visivi funzionali includono:

 

  1. Problemi di convergenza: Difficoltà nel far convergere entrambi gli occhi verso un punto fisso, causando problemi di visione binoculare.

 

  1. Disparità di convergenza: Differenze nella convergenza degli occhi che possono portare a problemi di percezione della profondità.

 

  1. Difetti nella saccade o tracking: Difficoltà nel seguire oggetti in movimento o nell’eseguire rapidi movimenti degli occhi tra diversi punti.

 

  1. Problemi di accomodazione: Difficoltà nell’ajustare la messa a fuoco dell’occhio per vedere chiaramente gli oggetti a diverse distanze.

 

  1. Sindromi da visione binoculare inefficace: Difficoltà nella coordinazione degli occhi per lavorare insieme, influenzando la percezione della profondità e la visione tridimensionale.

 

  1. Deficit nella percezione visiva: Problemi nell’interpretare e comprendere le informazioni visive, ad esempio difficoltà nella lettura, nella discriminazione di forme o nella comprensione di mappe.

 

Questi disturbi possono influenzare le abilità visive necessarie per compiti come la lettura, la scrittura, la guida e le attività quotidiane. I sintomi possono includere affaticamento visivo, mal di testa, difficoltà di concentrazione e problemi di apprendimento.

 

Il trattamento dei disturbi visivi funzionali può coinvolgere terapie visive e esercizi specifici mirati a migliorare la coordinazione e l’efficienza visiva.

Il termine “disturbo uditivo funzionale” potrebbe essere utilizzato in riferimento a condizioni che coinvolgono il sistema uditivo e influenzano la capacità di elaborare e interpretare le informazioni uditive. Tuttavia, è importante notare che il linguaggio specifico utilizzato per descrivere condizioni uditive può variare e che è preferibile consultare un professionista della salute udito-auditiva per una valutazione accurata.

 

Alcuni esempi di disturbi uditivi funzionali o disturbi correlati potrebbero includere:

 

  1. Disturbi di elaborazione uditiva centrale (CAPD): Questi disturbi coinvolgono la capacità del cervello di interpretare correttamente le informazioni uditive. Le persone con CAPD potrebbero avere difficoltà nella discriminazione dei suoni, nell’organizzazione delle informazioni uditive e nella comprensione del linguaggio parlato, nonostante una normale acuità uditiva.

 

  1. Iperacusia: Un’ipersensibilità ai suoni comuni, che può causare disagio o dolore in risposta a livelli di suono normali.

 

  1. Disturbi dell’orecchio medio: Problemi nelle strutture dell’orecchio medio, come l’otite media, che possono influenzare la trasmissione del suono e portare a difficoltà uditive.

 

  1. Disturbi dell’equilibrio e dell’udito: Condizioni che coinvolgono sia il sistema uditivo che l’equilibrio, come la sindrome di Menière.

 

  1. Disturbi dell’attenzione uditiva: Difficoltà nel mantenere l’attenzione e la concentrazione durante l’ascolto, che potrebbero influenzare le abilità di apprendimento e la partecipazione sociale.

 

Per affrontare i disturbi uditivi funzionali, è consigliabile consultare un audiologo o uno specialista della salute udito-auditiva. Questi professionisti possono condurre valutazioni uditive approfondite per identificare le sfide specifiche e consigliare interventi appropriati, che potrebbero includere terapie uditive, dispositivi uditivi o altri approcci personalizzati.

E’ un tipo di approccio terapeutiche che integra le funzioni visuo-percettive-motorie affinché si ristabilisca un equilibrio con gli altri sensi (motorio, uditivo, percettivo). Nell’approccio multisensoriale sono previste 50 procedure studiate per aumentare non solo la performance visiva ma soprattutto l’integrazione sensoriale con l’apparato propriocettivo, uditivo e vestibolare.

La stimolazione uditiva si riferisce all’applicazione di stimoli sonori per influenzare la risposta e la percezione uditiva di un individuo. Questa pratica può essere utilizzata in diverse situazioni, inclusi interventi terapeutici e programmi di riabilitazione per individui con disturbi uditivi, difficoltà di elaborazione uditiva o altre sfide legate all’udito.

Nella stimolazione multisensoriale sono utilizzati 84 brani di musica classica, rimodulati con la tecnica del gating e dell’equalizzazione, stimolano aree sottocorticali che influenzano, migliorandole,  le capacità di percezione uditiva, di attenzione, memorizzazione, sensorimotoria e visuo-uditive.

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